Il secondo giorno della Conferenza si è concentrato sulla costruzione della resilienza nelle emergenze sanitarie: Un approccio basato sulla comunità. La sessione è stata tenuta dal dottor Pretesh Kiran, indiano, professore associato specializzato, tra l'altro, in preparazione ai disastri e risposta alle emergenze.
Seguendo gli spunti forniti durante la prima giornata, abbiamo esplorato le questioni relative alla risposta ai disastri e all'attuazione delle operazioni di soccorso. La condivisione delle esperienze sul campo dei partecipanti ha permesso al dottor Pretesh di analizzare più in dettaglio gli aspetti sanitari delle popolazioni colpite da disastri naturali.
Una panoramica ha mostrato la varietà di problemi legati alla salute, da quelli fisici causati dalla diffusione di malattie a quelli mentali, sui quali l'attenzione è meno concentrata ma che possono avere conseguenze a lungo termine, come il disturbo da stress post-traumatico.
I problemi di salute mentale hanno un forte impatto sui sopravvissuti perché non possono essere identificati immediatamente e si manifestano nell'arco di un periodo di tempo.
Per descrivere meglio l'applicazione delle teorie sulla gestione dei disastri a livello di comunità (CBDM) e capire come le diverse regioni (dei partecipanti) rispondono alle emergenze, Siby Kaitaran, MI, coordinatore CTF India, ha condiviso la sua esperienza sulle attività di soccorso condotte in India. L'India è uno dei Paesi più a rischio di disastri al mondo. La risposta di CTF India alle emergenze si concentra nelle aree colpite dalle alluvioni e nelle zone di confine come il Manipur, dove i conflitti etnici sono prevalenti e hanno causato lo sfollamento della popolazione.
Ci siamo poi spostati in Ucraina, dove Doriana Somma, coordinatrice progetti internazionali di Missione Calcutta, un'organizzazione partner di CADIS, fa parte del programma di risposta alla crisi ucraina. L'organizzazione è attualmente impegnata in Ucraina, dove ha assistito non solo alla distruzione delle città bombardate dalle forze armate russe, ma soprattutto al dramma umano che la guerra porta con sé, come il disturbo da stress post-traumatico, le nuove disabilità dovute alle mutilazioni fisiche, la mancanza di strumenti per la salute mentale. Il settore della popolazione più colpito è quello delle donne. Sono le più vulnerabili. Molte sono rimaste vedove, o con figli, che sono diventati orfani di uno o di entrambi i genitori.
Spostandoci in Polonia, ancora legata alla guerra ucraina, Iwona Warzyńska e Ania Suska-Jakubowska, rispettivamente direttrice e responsabile progetti della Missione Sociale Camilliana, partner CADIS in Polonia, hanno condiviso il loro programma di assistenza ai rifugiati ucraini.
Sono state in prima linea fin dall'inizio della guerra, accogliendo i rifugiati nelle principali stazioni di Varsavia e fornendo loro informazioni e assistenza alimentare e medica.
Infine, la dott.ssa Grace Molina, membro di FARDEC e VPHCS, associazioni con sede nelle Filippine, ha presentato il progetto a lungo termine in corso realizzato da Visayas Primary Healthcare Services, Inc. (VPHCS) in collaborazione con CADIS International e con il sostegno della Conferenza Episcopale Italiana. Il progetto integra l'assistenza sanitaria di base e la sicurezza alimentare nella gestione comunitaria dei disastri nelle quattro comunità urbane di Cebu City, nelle Filippine.