La notte del 14 agosto 2021 un disastroso terremoto ha scosso Haiti, a cui è seguito il ciclone Grace che ha reso ancora più difficoltose le operazioni.
Nonostante il tempestivo intervento di organizzazioni umanitarie e volontari, ancora oggi moltissime comunità, come i dipartimenti di Sud, Grand-Anse e Nippes, risultano isolate, e cresce il rischio di epidemie a causa della scarsità idrica e della difficoltà dei mezzi di trasporto di raggiungere le aree più remote.
Padre Robert Daudier, Direttore dell’Ospedale di Saint Camille a Port-au-Prince, ci racconta di importanti missioni compiute grazie alla mobilitazione di Camilliani, delle Suore Ministre degli Infermi e un team di oltre 20 operatori tra volontari e staff medico, e più di 500 kit sono stati inviati verso i luoghi del Sud più colpiti.
Nello specifico, la prima missione è stata avviata nelle aree più colpite di Chardonnière, Lapointe, Presbyterian, Benèche, Portal, Marion, Charlemagne con la distribuzione di farmaci gratuiti, test glicemici e sanitari, kit di igiene personale, vestiti, lenzuola e circa 250 kit alimentari.
È seguita poi, con gli stessi obiettivi, la missione a Camp Perrin con la Parrocchia di Saint Anne, che ha assistito 150 persone nelle aree di Tibi, Chanploi, Anba Kan, Brouette, Bananier, Rhe, Laporte, Carreau.
Infine, altri due luoghi particolarmente bisognosi, una piccola zona chiamata Boisrond e Marceline, sono stati raggiunti da CADIS. Anche in questo caso i risultati sono stati considerevoli e 204 pazienti hanno ricevuto farmaci e test medici gratuiti; 400 kit alimentari sono stati distribuiti, oltre a materiale e beni di prima necessità.
Inoltre, CADIS ha avviato una importante raccolta fondi per fronteggiare l’emergenza, grazie soprattutto al prezioso sostegno della Delegazione Camilliana USA e della Provincia Camilliana tedesca (Missionswerk der Kamillianer e.V.) che, insieme a numerosi donatori privati, ha subito accolto la richiesta di mobilitazione per Haiti.
È nostro dovere, ci ricorda Padre Robert Daudier, far sentire il sostegno a tutte le vittime per aiutarle a superare questo momento difficile aiutandole a capire che non sono soli e non più abbandonati.
Ora che il tempo dell’emergenze e del primo intervento è finito, occorre pensare a come aiutare alcune famiglie povere a ricostruire una piccola casa, come aiutare alcune scuole ad avere uno spazio per l'apertura di classi per l'educazione dei bambini dopo questi momenti difficili. Bisogna impostare attività psicosociali in particolare nelle zone più colpite e a lungo termine che servano come terapia curativa per la popolazione colpita dal terremoto.